top of page

PIAZZA D'ORO

GABRIELE BORETTI 

Albenga | 1991

Chiesa di Sant'Antonino

Ap 21, 9-21

Poi venne uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò: “Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello”. L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. È cinta da grandi e alte mura con dodici porte:

sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello. Colui che mi parlava aveva come misura una canna d’oro per misurare la città, le sue porte e le sue mura. La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla

larghezza. L’angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali.

Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall’angelo. Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. E le dodici porte sono dodici perle;

ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.

La piazza è il centro della città, lo spazio per eccellenza, il luogo delle persone, la culla fra gli edifici, lo sfogo delle vie, il punto di fuga dei vicoli. Tutto confluisce nella piazza, dove ci si ritrova, stando insieme. Nella città del Signore, Gerusalemme, la piazza è un luogo Sacro, il luogo più Sacro, poiché non vi è alcun edificio per custodire il Mistero, bensì tutta la città è un grande edificio dove nel suo spazio più generoso si confluisce e ci si ritrova. L’edificio della Chiesa presenta le medesime caratteristiche, tutto si concentra nello spazio centrale, entrando così in stretta analogia con Gerusalemme e la sua piazza. Lo Spazio Sacro viene liberato da tutti gli orpelli, illuminato e nobilitato per mezzo di un velo dorato. 

Si manifesta così un’immagine pura, quasi un’icona bizantina fatta di solo sfondo, dove il riflesso prende il posto del soggetto principale.

bottom of page